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Montefalco

Parte decima


Proseguendo per Via Verdi verso la Porta Spoletana, s' incontra una piazzetta, in fondo alla quale è la chiesa di S. Illuminata. Nell' ingresso si legge la data 1500, e di quel torno è l' affresco nella soprastante lunetta, che figura la Madonna della Misericordia tra due monache che le sostengono i lembi del manto sotto cui si raccoglie uno stuolo di devoti: forse opera giovanile del Melanzio. Nell' interno della chiesa vi sono tre altari per parte, in grandi nicchie semicircolari, decorate d' affreschi, tutti, più o meno, mal ridotti e guasti o ridipinti. Sotto a quelli della prima a sinistra, che ricordano la maniera di Tiberio d' Assisi, si scorge una scritta quasi del tutto scomparsa, in cui però si legge ancora la data 1507. Quelli della seconda, pur senza nome d' artista e anche senza data, sono da molti attribuiti al Melanzio; ma veramente le tre storie sono talmente ridipinte da rendere arrischiato qualunque giudizio; sebbene vi spicchino ancora i tipi, la disposizione e i caratteri più comuni della scuola del Perugino. S' aggiunga che nei rogiti di Pier Niccola Morichetti di Montefalco si legge sotto il 1517 che il Melanzo pattuì con Bonifazio de' Cuppis di dipingergli, oltre la tavola di cui s' è già fatto cenno, anche una cappella in questa chiesa. Non potrebb' esser questa? E dico questa e non l' altra nella parete di fronte, perchè in essa dopo la firma del Melanzio c' è la data, anteriore, del 1517, e fu commessa da altre persone. Sul muro in cui s' apre l' arco che mette al presbiterio è affrescata una Pietà; opera del 1509, in cui si scorgono i caratteri della maniera perugina del Melanzio. Passando ora all' altra parete, vedremo prima la nicchia più vicina al presbiterio, che reca, come ho detto, la data e la firma del Melanzio; ma è un' opera così debole che neppur meriterebbe di essere ricordata. La cappella di mezzo, pure con dipinti di scuola perugina, ha nel listello del cornicione il nome del committente e la data 1500. Quelli della nicchia vicino alla porta ricordano la maniera dello Spagna. In conclusione, siccome è certo che il Melanzio v' ha dipinto assai più della cappella ricordata nell' atto notarile del 1517, e siccome è noto che egli risente l' influenza de' suoi condiscepoli meglio dotati, quali lo Spagna e Tiberio d' Assisi, verrebbe fatto di sospettare che, se anche non dipinse tutta lui questa chiesa, potè per lo meno soprintendere molto direttamente a tutte le sue decorazioni. La Madonna fra Angeli e i SS. Giacomo, elisabetta, Ant. da Padova, Girolamo, Giov. Ev., Sebastiano, Giov. Batt., Ludovico, Chiara e Francesco: tav. di Fr. Melanzio, nella chiesa di S. Leonardo. Poco più giù a destra, presso la Porta Spoletana, s' incontra la chiesetta di S. Leonardo, che nell' altar maggiore ha una tavola a tempera con la Madonna e il bambino tra angeli e santi, che può dirsi il capolavoro del Melanzio, il quale v' ha lasciato la firma e la data 1515.


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