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MontefalcoParte ottavaRisalendo la brevissima via, ci fermerà, nella predetta Piazza Vittorio Emanuele, la chiesetta di S. Maria del Popolo, dove nella nicchia dell' altar maggiore osserveremo un affresco del Melanzio, nel quale però, se appena si eccetuino le figure della Madonna, del putto che nella sinistra stringe un cardellino, e uno dei due angeli, quasi tutto il resto è guasto o dal fumo dei ceri o dalla noncuranza e dai cattivi restauri. A sinistra, s. Gregorio che celebra la messa; a destra, s. Girolamo penitente, tutto ridipinto. Ai lati della nicchia altri due santi, in pessime condizioni: a sinistra, s. Fortunato, protettore della città che in fatti regge, come un piccolo modello, sulla palma della mano; a destra, s. Severo che il santo protettore avrebbe miracolosamente salvato da ingiusta prigionia. Vuole la tradizione che in questo il pittore ci abbia lasciato il proprio ritratto. È una soave figura dalla testa rotonda e piuttosto grossa, dai lunghi capelli biondissimi, dalla fronte alta, dagli occhi grandi, melanconici e fissi come in un sogno, dalla bocca seria e bella con labbra tumide e vivamente colorite. La tradizione aggiunge che nella Madonna ritraesse sua moglie, una spoletina: vi si notano infatti i caratteri d' una testa ritratta dal naturale, con la fronte molto ampia, la carnagione piuttosto bruna, gli occhi tondi, l' espressione dolce. L' affresco reca la firma del maestro, senza data, la quale però si potrebbe press' a poco indovinare se nel s. Severo v' è proprio il suo ritratto. In esso infatti appare non solo giovane, ma più giovane che nel Gonfalone del 1492; onde l' affresco di S. Maria del Popolo dovrebbe essere anteriore. Di faccia a questa chiesetta sorge il Palazzo Comunale, il cui portico è basso e pesante, quanto è agile ed elegante, nell' altro lato, una bifora che ricorda il sec. XIV. Dalla torre di questo palazzo, dov' era una campana del 1298, rifusa nel 1677 e poi di nuovo nel 1870, si gode una delle più belle vedute che si possano immaginare. Sotto un puro cielo di zaffiro, nella diffusa gloria del sole si distende, verde, ubertosa, silenziosa e solenne, tutta la gran valle umbra, entro una cerchia di bei monti digradanti in ridenti colline e quasi cinta da una corona di città e di paeselli: Trevi, Pissignano, Campello, S. Giacomo, Spoleto, Giano, Gualdo Cattaneo, Bevagna, Cannara, Bettona, Perugia, S. Maria degli Angeli, Assisi, Spello, Foligno, S. Eraclio. Articoli sull'Umbria Torna indietro Continua |
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